Oggi parleremo di un tema che tocca da vicino tutti noi, specialmente i professionisti tecnici: come la gestione efficiente dell’energia può trasformare le performance aziendali e creare un vantaggio competitivo nel mercato di oggi.
Per farlo, voglio condividere con voi la storia di un’azienda, creata da Damiano, una piccola realtà manifatturiera che ha saputo cambiare il proprio destino grazie a una gestione consapevole e strategica dell’energia. Una storia che mescola tecnica e passione, sfide e innovazione, una storia di numeri, dati, ma soprattutto di scelte intelligenti, che ha trasformato una semplice fabbrica in un modello di efficienza e sostenibilità.
Per capire la trasformazione dell’azienda dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, a circa 40 anni fa, quando tutto iniziò in una periferia di Roma Sud.
Nel 1984, Damiano, il fondatore della società, aveva un sogno semplice ma ambizioso: creare una piccola azienda familiare capace di produrre infissi di alta qualità per il mercato locale. Era un periodo difficile per l’economia, ma Damiano non si lasciò scoraggiare. Cominciò con un piccolo laboratorio in un magazzino, con pochi macchinari e tanto lavoro manuale. Il suo approccio era tradizionale: materiali di qualità, attenzione ai dettagli e tanto sacrificio.
Gli anni passavano e l’azienda cresceva. Il passaparola tra i clienti era potente, e l’azienda cominciava a farsi conoscere non solo nel quartiere, ma anche nelle zone vicine. Negli anni ‘90, la richiesta di infissi crebbe esponenzialmente, e Damiano dovette ingrandire lo stabilimento, acquistare nuovi macchinari e assumere personale. Ma c’era un problema che Damiano e molti piccoli imprenditori come lui non consideravano a fondo all’epoca: l’energia.
Il costo dell’energia era sempre stato una voce nei bilanci, ma mai il focus principale. Negli anni, le spese operative, legate soprattutto all’elettricità e al riscaldamento dello stabilimento, aumentavano silenziosamente, mangiandosi sempre più margini di profitto.
Arriviamo al 2018, quando l’azienda era ormai gestita da Luca, figlio di Damiano, che aveva preso le redini del business con un nuovo spirito: quello dell’innovazione. Luca aveva studiato ingegneria meccanica e aveva una visione diversa rispetto a quella di suo padre. Vedeva le potenzialità nell’ottimizzazione dei processi, nell’adozione delle tecnologie più moderne e, soprattutto, nel considerare l’energia come una risorsa da gestire in modo strategico. Sapeva che se non avessero trovato un modo per ridurre i costi energetici, l’azienda avrebbe perso competitività.
Era il 2020, e l’azienda stava vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia. Con i margini di profitto sempre più ridotti e la concorrenza agguerrita sul mercato internazionale, l’azienda aveva bisogno di trovare un modo per differenziarsi. Le vecchie strategie di riduzione dei costi non funzionavano più: erano alla ricerca di una soluzione più intelligente, più tecnica.
Fu a quel punto che decisero di guardare dove pochi avevano davvero guardato: i loro consumi energetici. Un passo che avrebbe cambiato radicalmente la storia dell’azienda.
Non era certo una grande fabbrica. Circa 50 dipendenti, con macchinari per la lavorazione di infissi in alluminio e PVC. Ma i loro costi energetici erano considerevoli, mangiavano una parte significativa dei profitti. Il problema non era solo il costo dell’elettricità, ma l’inefficienza diffusa nei processi.
Il punto di svolta? Decisero di commissionare un audit energetico completo. Un’auditor energetico venne chiamata a valutare ogni dettaglio dei processi produttivi. Sapete cosa scoprì? l’azienda stava letteralmente sprecando migliaia di euro all’anno in energia mal gestita. La prima cosa che saltò agli occhi furono i compressori d’aria, che rimanevano accesi anche nei periodi di inattività, bruciando elettricità inutilmente.
Quello che all’inizio sembrava un dettaglio insignificante si trasformò in una miniera d’oro. Semplicemente installando un sistema di spegnimento automatico, l’azienda fu in grado di risparmiare € 3.000 all’anno solo su quel singolo processo. E quel sistema, che costò € 5.000, fu ammortizzato in meno di due anni.
Ma non si fermarono qui. Un’altra area critica era l’illuminazione dello stabilimento. La fabbrica utilizzava ancora lampade fluorescenti obsolete, che non solo consumavano più energia, ma non erano neanche regolabili. Quando l’auditor suggerì la sostituzione con lampade LED ad alta efficienza e l’installazione di sensori di presenza, ci fu qualche dubbio. Il direttore della fabbrica si chiedeva se davvero avrebbe visto il ritorno dell’investimento. Ma i numeri erano chiari: con un investimento di €12.000 per il nuovo sistema di illuminazione, l’azienda avrebbe risparmiato € 6.750 all’anno. Un investimento sicuro.
Il cambiamento non fu solo tecnico, fu culturale. I dipendenti iniziarono a rendersi conto dell’importanza del loro contributo. Anche piccoli gesti, come spegnere i macchinari durante le pause o segnalare anomalie nei sistemi, si trasformarono in parte di una nuova cultura aziendale orientata al risparmio.
E qui viene il vero colpo di scena: dopo aver ottimizzato questi processi, l’azienda decise di fare un passo in più. Con i risparmi ottenuti, l’azienda decise di investire in un impianto di pannelli solari sul tetto del loro stabilimento. Ora, circa il 30% del loro fabbisogno energetico è coperto dall’energia solare, riducendo ulteriormente i costi e migliorando la loro immagine pubblica. Infatti, nel loro settore, essere percepiti come sostenibili è diventato un vantaggio competitivo. I clienti non stavano più scegliendo l’azienda solo per il prezzo, ma per il loro impegno ambientale.
Ora, guardiamo un attimo a livello tecnico. Questo processo di trasformazione non sarebbe stato possibile senza l’applicazione rigorosa dei principi dell’UNI ISO 50001, la norma internazionale che definisce i requisiti per un Sistema di Gestione dell’Energia. L’adozione di questa norma ha permesso all’azienda di monitorare costantemente i propri consumi, misurare i miglioramenti e prendere decisioni basate su dati concreti, in un ciclo di miglioramento continuo.
Ma la vera morale di questa storia è che la gestione energetica non è solo una questione di risparmio. È una questione di cultura aziendale, di trasformazione strategica: l’azienda non è più solo una piccola fabbrica che cerca di sopravvivere, ma è un esempio di come le aziende possano usare la gestione energetica per creare valore. Oggi, sono visti dai loro clienti come innovatori, sostenibili, e come partner di fiducia.
Oggi, l’azienda è una realtà solida, capace di competere su scala nazionale e internazionale. Ma la vera vittoria è stata quella di Luca: aver trasformato l’eredità di suo padre in qualcosa di nuovo, di più grande, mantenendo però viva l’anima dell’azienda. Perché la gestione energetica, alla fine, è molto più che una questione tecnica: è una scelta strategica, una visione, una cultura che coinvolge l’intera organizzazione.
E voi, che ascoltate oggi, come state affrontando la gestione dell’energia nella vostra azienda? Avete mai considerato che dietro ogni decisione c’è un’opportunità per migliorare non solo i risultati operativi, ma anche il futuro stesso del vostro business?
Una domanda per voi, che magari lavorate in settori tecnici simili: avete mai considerato che dietro ogni kilowattora risparmiato c’è un’opportunità per migliorare non solo i vostri conti economici, ma anche la vostra posizione nel mercato?
Spero che la storia di Damiano vi abbia ispirato a guardare alla gestione dell’energia non solo come a un fattore tecnico, ma come a una leva strategica per il futuro delle vostre organizzazioni. Se avete domande o volete approfondire ulteriormente gli argomenti trattati, non esitate a contattarci. Alla prossima puntata, e ricordate: ogni Watt conta!
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