Dietro il trend

Negli ultimi giorni, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato dati allarmanti riguardo alle compravendite immobiliari in Italia: una significativa diminuzione rispetto agli anni precedenti. Questo trend ha destato preoccupazione tra gli osservatori del mercato immobiliare e gli addetti ai lavori, portando alla necessità di comprendere cosa potrebbe essere alla base di questa diminuzione e quali prospettive si delineino per il futuro.

E allora sorgono spontanee serie domande sullo stato attuale del settore e su cosa ha contribuito a questa tendenza negativa: cerchiamo qui di esaminare le cause di questa diminuzione, i numeri delle grandi città, il ruolo dei progetti di rigenerazione urbana, l’importanza degli investitori e le prospettive per il prossimo futuro.

Beh, la prima spiegazione quantomeno plausibile per questo andamento è per forza legata alla situazione economica generale: si, è vero, ormai è un lontano ricordo, ma eventi come la pandemia e le relative conseguenti incertezze finanziarie hanno inevitabilmente influenzato la decisione delle persone di posticipare l’acquisto o la vendita di immobili, o addirittura di rinunciarci.

A parte i bonus edilizi per l’efficientamento energetico e per la manutenzione degli immobili, a cui si è legato spesso anche l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, la normativa di settore non ha subito cambiamenti degni di nota, e così per una volta non sono le leggi e i cavilli burocratici a poter essere annoverati tra le cause che hanno scoraggiato potenziali acquirenti e venditori.

Tranne magari a Firenze, dove chi aveva intenzione di comprare case per trasformarle in B&B si è visto tarpare le ali dalla proposta del consiglio comunale di vietare la creazione di nuove strutture extralberghiere: e non commentiamo qui la notizia, riservandoci di approfondirla prossimamente, per interesse della libertà e dei diritti sulla proprietà privata.

Quando pensiamo alle nostre grandi città, qui il mercato immobiliare ha sempre attirato una grande e costante attenzione: è interessante però notare che si è verificata una oscillazione di comportamento, con città che hanno visto una maggiore stabilità o addirittura una crescita nel settore, mentre altre hanno registrato una diminuzione delle transazioni.

Come ci ha illustrato Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Tecnocasa, ai microfoni di Bricks & Music su Casa Italia Radio, i comuni più piccoli hanno avuto un calo inferiore rispetto a quelli più grandi: Milano, ha avuto addirittura una diminuzione del 17%, anche se accompagnata parallelamente da un contemporaneo aumento dei prezzi di oltre il 6%.

Napoli, sullo slancio del boom turistico che l’ha vista protagonista negli ultimi anni, ha invece mantenuto stabile domanda e offerta, e tanto interesse per investimenti per affitti brevi: ecco, ripensando anche a quello che abbiamo accennato su Firenze, l’offerta variegata e la concorrenza sono un diritto dei consumatori, ed evitano il rischio di monopolio o almeno di oligarchia di aziende alberghiere allettate ad imporre offerta e prezzi relativi.

Facciamo una considerazione: i progetti di rigenerazione urbana contribuiscono ad aumentare il numero delle compravendite?

È chiaro che investimenti del genere, specialmente in periferia, portano all’aumento del valore per tutta l’area interessata, che diventa più attrattiva: le città che hanno investito in tali progetti hanno creato un ambiente più invitante per gli acquirenti e gli investitori immobiliari, mantenendo stabile o proprio potenziando il mercato.

Gli investitori giocano un ruolo cruciale nel determinare la salute del mercato, ma in questo periodo di incertezza economica, che purtroppo persiste, sono più cauti nei loro movimenti: la loro presenza e le loro attività influenzano notevolmente e inevitabilmente la dinamica delle compravendite immobiliari.

E’ l’aumento dei tassi di interesse che ha di sicuro bloccato il mercato: chi deve accendere un mutuo si sente scoraggiato dall’aumento complessivo del costo di acquisto, chi deve vendere una casa si vede costretto a diminuirne il prezzo a fronte di una minore domanda, chi ha da investire è portato a percepire il mercato immobiliare meno seducente o meno redditizio e preferisce magari rifugiarsi in investimenti alternativi, come titoli di stato, obbligazioni oppure operazioni in borsa,

Le prospettive per i prossimi anni? È difficile fare previsioni certe, ma il trend negativo delle compravendite immobiliari è un segnale importante che richiede un’attenta analisi delle cause: saranno le decisioni delle banche centrali, le decisioni e il coraggio degli acquirenti e di chi vende, la disponibilità dei capitali e le politiche di sviluppo urbano ad avere un ruolo fondamentale nell’indicare la strada che prenderà il mercato immobiliare nei prossimi mesi.

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