Considerare la valutazione dei rischi come un costo è per un imprenditore una sconfitta in partenza. Qualunque sia la sua attività: che sia un ufficio, un parrucchiere, un fruttivendolo, un meccanico, un barista, un armatore, un istruttore in palestra o un commerciante al dettaglio.
Correre ai ripari in fretta e furia richiedendo online un DVR al volo, così come richiedere attestati di formazione “veloci”, accorgersi che sul lavoro esistono dei rischi solo quando accade qualcosa di grave, tanto o poco grave che sia.
Eppure basta poco per dormire sonni tranquilli: organizzarsi per tempo, e se ancora non lo abbiamo fatto facciamolo subito!
Programmare la prevenzione e ridurre i rischi non perché ce lo impone la legge, ma perché vogliamo tornare a casa sani e salvi dopo una giornata di lavoro: noi e chi con noi lavora.
Le disposizioni sanzionatorie dell’ 81/08 passano in secondo piano se cambiamo il modo di intendere la sicurezza su lavoro.
In Italia abbiamo il primato di attenzione normativa alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, ma ancora molti morti e innumerevoli incidenti alimentano le dolorose statistiche annuali.
Per non parlare delle malattie professionali e delle conseguenti cause legali, lunghe e costose.
Prima di pensare al riassetto e alla riforma della normativa, concentriamoci sulla organizzazione del nostro posto di lavoro: dal caos all’ordine, dal rischio alto alla salvaguardia delle persone e delle cose.
Valutiamo i rischi nel nostro ambiente: perché c’è una legge, si, ma soprattutto per noi!
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