Pausa Caffè

Quando andiamo in giro per città e paesini italiani, incontriamo una varietà affascinante di edifici, ognuno con la sua storia e il suo stile unico, dagli antichi palazzi storici alle moderne costruzioni di design. Questi edifici, che raccontano secoli di storia e innovazione, spesso ci fanno riflettere su come siano stati costruiti e su quali tecniche e materiali siano stati utilizzati nel corso del tempo. Ci chiediamo come abbiano fatto a resistere così a lungo, quali siano stati i segreti degli antichi costruttori e come le moderne tecnologie abbiano migliorato la qualità e la sostenibilità delle nuove strutture.

Le tecniche costruttive hanno subito una notevole evoluzione, adattandosi alle disponibilità dei materiali, alle esigenze estetiche e funzionali, e alle sfide climatiche e geologiche del territorio nel tempo: apprezzeremo la maestria degli ingegneri e dei costruttori che hanno plasmato il nostro paesaggio architettonico, dall’epoca romana, caratterizzata dall’uso di mattoni in terracotta e del calcestruzzo romano, passando attraverso il Medioevo, con le sue solide murature in pietra, per arrivare al Rinascimento e al Barocco, periodi che hanno visto l’introduzione delle murature in laterizio e delle strutture decorative, e per finire con l’epoca moderna, con  le fondazioni a platea e le travi rovesce, i telai e i solai in cemento armato, i sistemi prefabbricati e le innovative soluzioni ad alta efficienza energetica come i cappotti termici e le pareti a secco.

Faremo in particolare un breve viaggio attraverso l’evoluzione delle stratigrafie delle pareti di tamponatura utilizzate in Italia, un itinerario attraverso i secoli.

Cominciamo con l’epoca romana, un periodo che ha visto l’uso di tecniche avanzate. Immaginate di trovarvi nell’antica Roma, tra maestosi templi, grandiose basiliche e imponenti edifici pubblici. Durante questo periodo, la costruzione delle murature era un’arte raffinata e funzionale.

Le pareti erano spesso realizzate con mattoni in terracotta disposti secondo varie geometrie e posizioni e distribuzioni degli stessi mattoni: queste tecniche permettevano di creare strutture robuste e durevoli, rivestite da uno spesso strato di intonaco a base di calce e sabbia.

Ma i Romani non si fermarono qui. Svilupparono anche l’uso del calcestruzzo, un mix di calce, pozzolana, pietre e frammenti di mattoni. Questo materiale rivoluzionario permetteva di costruire edifici di grande scala e complessità, come il Pantheon e il Colosseo.

La tecnica nota come opus  Caementicium utilizzava proprio un nucleo in calcestruzzo, rivestito esternamente con mattoni o pietre.

Proseguendo nel tempo, arriviamo al Medioevo, un’epoca di castelli fortificati e cattedrali gotiche. Le tecniche di muratura si adattarono ai nuovi bisogni di difesa e spiritualità: si diffuse l’uso della muratura in pietra: le pareti erano costruite con pietre di diverse dimensioni e forme, legate insieme con malta di calce, e rifinite internamente ed esternamente con intonaco a base di calce, per migliorare l’estetica e la durabilità.

Durante il Rinascimento e il Barocco, l’Italia visse un’esplosione di creatività e innovazione artistica che si rifletteva anche nell’architettura: la muratura in laterizio divenne predominante; le pareti erano realizzate con mattoni disposti in maniera regolare e legati con malte di calce. L’esterno delle pareti era spesso decorato con intonaco a base di calce,  e le facciate erano arricchite da intonaci decorativi, conferendo agli edifici un aspetto elegante e raffinato.

Nel XVIII e XIX secolo, l’industrializzazione portò nuove tecniche e materiali nella costruzione: la muratura portante era la tecnica più comune. Le pareti erano costruite con mattoni pieni o pietre naturali, legati con malta di calce. Spesso, queste murature presentavano intercapedini riempite di malta o materiali isolanti rudimentali come paglia o terra cruda, per migliorare l’isolamento.

Con l’avvento del XX secolo, si introdusse l’uso di blocchi di laterizio forato, legati con malte cementizie e rivestiti con intonaco a base di cemento. Un’altra innovazione fu la parete a cassa vuota, costituita da due strati di muratura in laterizio con un’intercapedine d’aria, spesso riempita con materiali isolanti termicamente come lana di roccia o polistirene, e rifinita con intonaco esterno ed interno a base di cemento.

Infine, arriviamo al periodo che va dalla fine del XX secolo all’inizio del XXI secolo, quello che stiamo vivendo, con la sostenibilità e l’efficienza energetica al centro dell’attenzione. In questo periodo si è diffuso l’uso della parete in muratura con isolamento esterno, noto anche come cappotto termico. Questa tecnica prevede per le facciate l’uso di blocchi in laterizio o di calcestruzzo cellulare, rivestiti con pannelli isolanti esterni in polistirene o lana di roccia, e rifiniti con rete di armatura, strato di rasatura e intonaco esterno. Questo sistema fornisce un’eccellente isolamento termico e acustico, riducendo i consumi energetici. Un’altra soluzione moderna è la parete a secco, o sistema a telaio, che utilizza una struttura portante in legno o metallo, con pannelli isolanti tra i montanti, barriera al vapore, strato di ventilazione e rivestimento esterno, ad esempio, in legno o fibrocemento, e interno in cartongesso.

L’evoluzione delle stratigrafie delle pareti di tamponatura riflette non solo i progressi tecnologici e i materiali disponibili, ma anche le diverse esigenze di comfort abitativo, sicurezza strutturale ed efficienza energetica. Ogni epoca ha contribuito con innovazioni che hanno risposto alle sfide del tempo, dall’uso delle robuste tecniche romane di costruzione in calcestruzzo e laterizio, passando per le murature medievali in pietra, fino ad arrivare alle soluzioni moderne ad alta efficienza energetica.

Spero che questo volo attraverso la storia delle stratigrafie delle pareti di tamponatura vi abbia fornito uno spunto di riflessione sull’evoluzione affascinante dell’architettura in Italia. È straordinario pensare a come ogni epoca abbia lasciato il proprio segno, contribuendo alla costruzione di edifici che non solo ci circondano, ma che raccontano storie di ingegno, innovazione e resilienza. Dalle solide mura romane ai raffinati palazzi rinascimentali, fino alle moderne costruzioni ecosostenibili, ogni strato di queste pareti porta con sé un pezzo della nostra storia.

Immaginate i maestri costruttori del passato, che con le loro tecniche e i materiali a disposizione, hanno creato strutture che sfidano il tempo. Pensate ai progressi tecnologici che hanno permesso di migliorare la qualità della vita all’interno degli edifici, rendendoli più sicuri, confortevoli ed efficienti. Riflettiamo su come l’architettura non sia solo una questione di estetica, ma anche di funzionalità e sostenibilità, rispondendo alle esigenze della società e dell’ambiente.

Questo viaggio ci invita a guardare con occhi nuovi le città e i paesini che attraversiamo, apprezzando la complessità e la bellezza delle costruzioni che ci circondano. Ci ricorda che ogni edificio, dal più antico al più moderno, è il risultato di una lunga evoluzione di conoscenze e competenze, e che il nostro compito è quello di continuare questa tradizione, innovando e migliorando per le generazioni future.

 

Emiliano Cioffarelli

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Ing. Emiliano Cioffarelli, PhD

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