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Quando sentiamo parlare di sicurezza sul lavoro il nostro cervello ci porta a immaginare il cantiere edile, un posto pieno di polvere e rumore, pieno di operai in canottiera con la sigaretta in bocca, con il casco buttato da qualche parte e macchine che vanno e vengono in un caos assordante.

Fortunatamente oggi è raro imbattersi in una simile situazione, ma la questione della sicurezza si spinge ben oltre l’ambito delle costruzioni.

La sicurezza riguarda tutti gli ambienti lavorativi, perché la protezione della salute, e della vita, è una responsabilità universale: sia che stiamo facendo uno scavo per le fondazioni di una palazzina, sia che stiamo in una bottega artigiana per la lavorazione del legno, sia che stiamo passando la piastra alla nostra cliente per una bella messa in piega.

Ma anche se il nostro lavoro consiste nello stare seduti quasi tutto in un ufficio: rischi e pericoli sono presenti sempre quando lavoriamo, e dobbiamo sentirci al sicuro non solo sotto una gru con carichi oscillanti, ma anche mentre prendiamo il caffè nella nostra agenzia immobiliare o mentre usiamo i bagni della nostra banca.

Cosa significa stare al sicuro? Significa che chi ne ha la responsabilità abbia valutato tutti i rischi a cui siamo esposti durante il giorno, e abbia fatto di tutto per ridurli al minimo. E ci abbia spiegato, mostrato, indicato e illustrato tale valutazione.

Solo così, prevedendo e prevenendo, si può limitare la probabilità che mentre lavoriamo ci possa essere un incidente.

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