s come sicurezza 011

Dal 1955 a oggi, e così sarà per sempre, l’Italia ha sfornato normative potenti nel settore della sicurezza sul lavoro, norme per prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

L’attenzione rivolta al settore non ha trovato applicazione puntuale da parte dei datori di lavoro e degli stessi lavoratori: tutti si sono accorti del problema nel momento del bisogno, nel momento dell’incidente, nel momento del manifestarsi di una patologia.

E tutto quello che sulla carta sembrava ancor più bello della Costituzione Italiana non veniva messo in pratica, come a rimanere un esercizio accademico di analisi del problema.

Il tempo imperfetto però si deve però sostituire con il tempo presente, e molto probabilmente con il tempo futuro: le lacune nell’applicazione dei principi della prevenzione degli infortuni erano, sì, ma lo sono tutt’oggi e lo saranno per tanto, troppo tempo.

E gli infortuni ci saranno sempre, e continueremo a scandalizzarci quando al telegiornale si racconterà di un operaio schiacciato, di una caduta mortale da un ponteggio, di un cancro ai polmoni per esposizione continua ad agenti nocivi.

Ma dobbiamo cambiare drasticamente il nostro modo di interpretare il problema: valutare i rischi in un ambiente di lavoro e mettere al sicuro i nostri lavoratori è un dovere morale e civile prima di essere un obbligo di legge.

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